Fotografo Mario Dondero

Una delle figure più originali del fotogiornalismo contemporaneo, il fotografo Mario Dondero ha maturato negli anni una profonda amicizia con Arialdo Ceribelli

Fotografo Mario Dondero

L’artista e la sua carriera

Di origini genovesi, Mario Dondero nasce a Milano nel 1928, dove cresce e inizia ad appassionarsi alla fotografia, quel potente strumento che, secondo l’artista, è in grado di rappresentare democraticamente la realtà.

A Milano, il fotografo Mario Dondero frequenta il gruppo dei “Giamaicani” nell’omonimo bar di via Brera, una compagnia di giovani suoi coetanei da poco usciti dalla guerra che scopre nella fotografia un mezzo straordinario di riscatto dal fascismo.

Nel 1955, Dondero si trasferisce a Parigi dove passa diversi anni della sua vita collaborando con numerosi giornali e riviste, da "Le Monde", a "Le Nouvel Observateur", fino a "Daily Herald" e “Regards”, ritraendo numerosi e intellettuali francesi come Roland Topor e Claude Mauriac.

Diventa una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo e protagonista fotogiornalismo italiano. In Italia, infatti, lavora per lungo tempo con “L'Espresso”, “Vie nuove”, “Tempo illustrato”, “L'Europeo”, “Epoca”, “Il Manifesto” e “Diario”.

Una forte attenzione anche per l’Africa, dove Mario Dondero passa molto tempo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta. Ci va per realizzare servizi fotografici a scopo giornalistico e ci torna molto spesso anche per seguire conferenze, vertici istituzionali ed eventi locali. Qui lavora anche per diverse riviste africane, come “Jeune Afrique”, “Afrique-Asie” e “Demain l'Afrique” e realizza alcuni cataloghi, conservati ancora oggi nel suo archivio gestito dalla Fototeca provinciale di Fermo.

Mario Dondero Fotografo

Dondero, maestro del fotoreportage

Per tutta la sua vita, l’artista considera la fotografia un lavoro sociale in grado di rappresentare la vita come un’arte semplice che nasconde dietro di sé un’autenticità che raramente siamo capaci di gustare. La chiave, secondo il fotografo Mario Dondero, è la verità, un aspetto di cui lui e i suoi colleghi sono responsabili e di cui lui ne è sempre stato innamorato.

Anche i suoi amici del bar Jamaica riconoscono in lui un grande maestro del fotoreportage, capace di rappresentare la realtà quotidiana e la storia, grazie anche alla sua convinzione che per fotografare ci vuole non solo esperienza, ma anche un grande sentimento

Per Dondero è necessario “mettere sullo stesso asse occhio, testa e cuore”, una concezione che lo ha sempre accompagnato. Infatti, ha fotografato con uguale passione grandi eventi storici, guerre, protagonisti della storia, gente comune, ma anche grandi personaggi del cinema e del teatro, senza mai cedere al grido del colore. Il fotografo è sempre stato convinto che il colore è decorazione, una distrazione, e che il bianco e nero è la forma linguistica in grado di tradurre una singola intuizione o un’intera narrazione in immagine.

Fotografia Mario Dondero

L’amicizia tra Dondero e Ceribelli

Il primo incontro tra il fotografo Mario Dondero e il gallerista bergamasco Arialdo Ceribelli avvenne durante un’estate dei primi anni Duemila. Ceribelli durante una conversazione con il sacerdote don Emidio Rossi, a casa di amici ad Ascoli Piceno, sente parlare del fotografo Dondero che fino ad allora conosceva solo di fama e che dopo aver girato il mondo intero aveva deciso di stabilirsi nelle Marche, precisamente a Fermo, a pochi chilometri da lì. Ceribelli si feci dare il suo numero di telefono, lo contatta e la sera stessa i due si trovavano a cena insieme.

Tra i due si instaura una profonda amicizia e Ceribelli gli dedica una mostra alla quale partecipano un gruppo di ferrovieri di Monza e un gruppo di partigiani del Polesine, ai quali Dondero aveva dedicato servizi fotografici. 

Il gallerista riesce a far innamorare di Bergamo il fotogiornalista a tal punto che, quando quest’ultimo saliva al nord, non si fermava più a Milano, ma andava direttamente a Bergamo dove condividevano anche cene e discutevano di calcio, uno tifoso dell’Atalanta e l’altro del Genoa. Il fotografo Mario Dondero era così appassionato di calcio che nel 1968, grazie alla sua simpatia, era riuscito persino riuscito a salire sul pullman del Manchester United di George Best e a fare un famoso servizio fotografico. Simpatico e sempre a suo agio con tutti, è così che Arialdo Ceribelli racconta del suo amico, un uomo che stava sempre sullo stesso piano del suo interlocutore.   

Mario Dondero

La mostra dedicata al fotografo Mario Dondero

“Mario Dondero - Un uomo, un racconto” è la mostra che la Galleria Ceribelli (https://www.galleriaceribelli.com/) di Bergamo ha dedicato al fotogiornalista ligure nella primavera del 2017, poco dopo più di un anno dalla sua scomparsa. La mostra proponeva un viaggio lungo la poetica e gli scatti del fotografo, inguaribile freelance, che nella sua vita ha sempre rifiutato il legame stabile con un giornale per viaggiare e raccontare il mondo in totale libertà.

Le opere presenti alla mostra attraversano la cultura europea del secondo Novecento con immagini di importanti momenti storici come il maggio francese, la caduta del muro di Berlino, i conflitti del medio- oriente, affiancate da scatti che ritraggono la vita quotidiana della gente comune. Troviamo, dunque, immagini di pastori, contadini, padri che tengono in braccio i figli, ma anche fotografie dei villaggi africani, delle famiglie contadine di Portogallo, Italia, Spagna.

In occasione della mostra, Arialdo Ceribelli ha avuto la fortuna di poter andare a cercare negli archivi i negativi che Dondero aveva lasciato nelle Marche, nell’Archivio di Altidona. “Un’esperienza affascinante”, così è stata definita dal gallerista bergamasco che, insieme a Tatiana Agliani, curatrice della mostra, ha potuto scorrere i negativi e mettere le mani dentro la storia.

Uno degli scatti del fotografo Mario Dondero che ha sempre incantato Arialdo Ceribelli è quello che ritrae un grande monumento di Baja, in Brasile. Tra le braccia della scultura c’è un bambino che dorme del quale, a un primo sguardo, nemmeno ci si accorge della sua presenza, ma quando lo si scopre, la reazione è molto commuovente.  

Galleria Ceribelli (https://www.galleriaceribelli.com/) è aperta dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, mentre la domenica e il lunedì su appuntamento.

Hai qualche domanda?

Contattaci

Compila il form per avere informazioni su opere, artisti, mostre e collaborazioni. Ti ricontatteremo nel più breve tempo possibile.

I campi contrassegnati da * sono obbligatori.