Giuseppe Bartolini

Artist's life

Biography

Giuseppe Bartolini nasce a Viareggio il 6 giugno 1938. Comincia a dipingere i primi quadri a olio nel 1958, mentre frequenta il liceo artistico di Carrara, dove si diploma l’anno seguente, partecipando inoltre al Premio Larderello. Nel 1959 prende contatti a Milano, tramite Sandro Luporini, con il gruppo di artisti legati al Realismo esistenziale (Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi, Giuseppe Banchieri, Bepi Romagnoni, Sandro Luporini). Ha iniziato un processo di maturazione che fin dalla giovinezza vede Bartolini coniugare l’attaccamento alle proprie radici culturali e ambientali con l’interesse per le più importanti sperimentazioni pittoriche compiute dalla generazione attiva nel dopoguerra.

Si iscrive nel 1960 alla Facoltà di architettura di Firenze, ma abbandona dopo due anni gli studi per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Nel 1960 vince il primo premio alla Mostra d’arte degli studenti italiani (in giuria, tra gli altri, Giorgio de Chirico, Giuseppe Ungaretti, Pericle Fazzini, Fortunato Bellonzi). ...

Dopo aver abitato a Milano e Firenze, nel 1964 si stabilisce a Pisa, dove risiede tuttora. Sin dalla seconda metà degli anni sessanta, la pittura di Bartolini ha attirato l’attenzione di importanti critici e galleristi: si ricordino almeno la mostra presso la Galleria del Milione a Milano (1967), con presentazione di Franco Russoli, e la successiva collaborazione con Il Fante di Spade di Roma e la Galleria Santacroce di Firenze.

Alla fine degli anni settanta Bartolini aderisce al gruppo La Metacosa, sodalizio artistico nato fra alcuni pittori toscani e lombardi (Giuseppe Biagi, Gianfranco Ferroni, Bernardino Luino, Sandro Luporini, Lino Mannocci e Giorgio Tonelli), attivi tra Milano, Pisa, Viareggio e Londra. Tra i più intensi pittori figurativi italiani, Bartolini si è fatto interprete della realtà, sia naturale (il paesaggio) che metropolitana (le periferie), unendo a una straordinaria sapienza tecnica una grande sensibilità poetica, che dell’ambiente indaga valori di metafisica sospensione e di forte introspezione lirica.

Nel corso della sua lunga attività pittorica, Bartolini si è a lungo soffermato sull’analisi del territorio pisano, realizzando sulla città di Pisa alcune sue opere di maggiore impegno, come per esempio Orto botanico, del 1979, e vari paesaggi dei primi anni ottanta.

“Una sottile allucinazione e la vaga traccia di un paesaggio, quel richiamo, tutto di interiorità, all’atmosfera che aleggia nel racconto di James, si trovano nella sua pittura… impulso gioioso più che angoscia, come una vita che preme di là dell’immagine, che vien fissata nitida, immobile, cristallina e luminosa”. Così scriveva dell’arte di Bartolini il critico Roberto Tassi, in occasione della mostra collettiva del gruppo La Metacosa, tenutasi a Viareggio, in Palazzo Paolina, nel 1983 e presso il Teatro Sociale di Bergamo nel 1984.

Del lavoro di Bartolini si sono occupati, tra gli altri, i critici Dario Micacchi, Marcello Venturoli, Lorenza Trucchi, Franco Solmi, Pier Carlo Santini; suoi quadri a olio si trovano presso le collezioni private di Marta Marzotto e Anna Magnani, e presso le collezioni pubbliche di Pisa.

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