Bernardino Luino

Artist's life

Biography

Bernardino Luino nasce a Latina nel 1951. A dodici anni, ispirato da un paesaggio di Giorgio Morandi, inizia la sua attività di pittore. Contro il volere dei genitori, continua la sua formazione iscrivendosi prima all’Accademia di Roma, poi a quella di Firenze, dove si diploma discutendo una tesi su Théodore Géricault e La Zattera della Medusa. Verso la fine dell’Accademia, Luino inizia a trovare il suo linguaggio artistico, elaborando le prime opere mature ed esponendole nella sua prima mostra personale a Firenze nel 1975....

Nel 1976 Luino si trasferisce a Milano, dove per un periodo vive nello studio del pittore Gianfranco Ferroni. Nel 1979, spinti da numerose conversazioni e da una comune visione della pittura, Luino, Ferroni e altri quattro pittori (Giuseppe Bartolini, Sandro Luporini, Lino Mannocci e Giorgio Tonelli. Giuseppe Biagi si unisce al gruppo nel 1983) fondano La Metacosa. Il gruppo espone collettivamente dal 1979 al 1983.

Il 1982 segna un anno di svolta per Luino. Invitato dalla storica galleria Il Fante di Spade, l’artista espone per la prima volta gli interni che diventeranno da quel momento in poi un motivo centrale nella sua opera. La mostra è presentata da Franco Solmi, direttore in quegli anni del Museo Giorgio Morandi di Bologna. Lo stesso anno, Luino partecipa alla mostra collettiva Giovani Pittori Scultori Italiani, alla Rotonda di via Besana di Milano, curata dai critici d’arte Umberto Allemandi, Achille Bonito Oliva, Enzo Fabiani, Osvaldo Patani e Alberico Sala.

Negli anni che seguono, Luino è chiamato ad esporre nelle più prestigiose rassegne d’arte nazionali. In pittura, partecipa alla XXIX, XXXI e XXXII Biennale Nazionale d’arte, mentre le sue incisioni sono presentate alla IV, V e VI Triennale dell’incisione al Palazzo della Permanente di Milano e alla mostra Grafica italiana contemporanea, organizzata nel 1982 dalla Quadriennale Nazionale d’arte di Roma.
Nell’estate del 1982, un appassionato mecenate invita Luino a viaggiare, prima in Messico, poi a Philadelphia ed infine a New York. Ispirato dalla grande metropoli, Luino dipinge le sue prime scene newyorkesi – fra cui The Lobster Colored Façade (1984). Nel 1985, Luino torna a New York per la sua prima mostra personale alla Gallery Henoch, dove esporrà ancora nel 1988 e nel 1994. Durante la mostra del 1988, il grande regista americano Billy Wilder acquista “one of those tiled rooms with the lonely bed in it” (una di quelle stanze con le mattonelle e un letto solitario), dichiarando, in una lettera all’artista: “I love your stuff” (Adoro le tue cose). Nel 1988 e nel 2002 Luino partecipa al prestigioso Armory Show.

Fra il 1990 e il 2000, Luino realizza tre importanti mostre personali a Milano. Nel 1992 la Galleria Appiani Arte Trentadue espone le sue opere, con presentazione di Maurizio Fagiolo dell’Arco. L’attenzione si concentra sulle figure, esposte in gruppo per la prima volta, e i nudi, fra cui Nudo n°1 (1988), Nudo n°2 (1988-91). Nella stessa galleria segue nel 1998 la retrospettiva Bernardino Luino: dipinti e tecniche miste 1987-1998, con catalogo edito da Skira. Nel 2003, alla Galleria Marieschi, Vittorio Sgarbi presenta La luce di Luino. È l’occasione per Luino di esporre in Italia, per la prima volta, le sue scene newyorkesi, fra cui Vesuvio Bakery (2001), Scala esterna (2001-02) e Freedom of Vodka (2002).

Negli ultimi vent’anni, le opere di Luino sono state incluse in numerose retrospettive d’arte italiana, in particolare: 2000 Elogio della Bellezza/De Metaphisica (1999, curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco); Fenomenologia della Metacosa: 7 artisti nel 1979 a Milano e venticinque anni dopo (2004, curata da Philippe Daverio allo Spazio Oberdan di Milano); Arte Italiana. 1968-2007 Pittura (2007, curata da Vittorio Sgarbi) e Morandi e la natura morta oggi in Italia (2007, curata da Marilena Pasquali).

Nel 2008 e nel 2010, Luino espone in rue de Seine a Parigi, alla Galerie Déprez-Bellorget, presentando per la prima volta dei paesaggi francesi. Nel 2011 espone una serie di ‘lenzuoli nella stanza’, nel Padiglione Italiano della 54esima. Biennale di Venezia, con presentazione di Quirino Principe, che scrive della sua pittura: ‘vale ciò che Borges dice degli specchi: “por eso nos alarman”’(è così che ci inquietano). Le opere più recenti di Bernardino Luino sono state esposte in una serie di mostre personali organizzate dalla Galleria Marini di Milano nel 2012, dal Centro Culturale Le Muse di Andria nel 2013 e dalla galleria Sifrein di Parigi nel 2016.

Con il Centro Culturale Le Muse di Andria, Luino partecipa inoltre a tre mostre collettive a tema: Arte come eresia (2014); Frontiera dell'esistenza, dell'altrove nell'arte (2016), presentata da Stefano Crespi; Dedalo: L’ombra del padre (2018), con presentazione di Roberto Cresti.
Luino viene inoltre invitato a partecipare a due collettive dedicate a maestri ai quali si riconosce affine: Dopo De Chirico, mostra organizzata dal Panorama Museum di Bad Frankenhausen (2012) e Per Vilhelm Hammershøi (Roma, 2016).

Durante il 2019, inizia una serie di dialoghi con Roberto Cresti che lo portano a riflettere sul significato del proprio incontro con New York nel 1982 e sulla svolta che gli anni di collaborazione con la Gallery Henoch hanno segnato nella sua carriera. Da questi dialoghi nascerà un libro, Spicchi di mela: Ricordi newyorkesi e altro, presentato a Pordenonelegge 2019, in parallelo ad una mostra che raggruppa dipinti di quegli anni, al Museo civico d’Arte di Pordenone.

Attualmente Luino vive e lavora fra Milano e Parigi. A Milano, ha insegnato Tecniche dell’incisione-Grafica d'Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha diretto per diversi anni la Scuola di Grafica.

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