Sono sette gli artisti che hanno fondato fra gli anni Settanta e
Ottanta del Novecento il movimento artistico chiamato “Metacosa” e a
cui è dedicata la mostra collettiva che ha luogo alla Galleria
Ceribelli di Bergamo, in via San Tomaso 86. Le porte della mostra
hanno aperto il 7 dicembre 2019 e resteranno spalancate fino al 16
gennaio 2021.
I componenti che diedero vita alla corrente artistica furono Giuseppe
Bartolini, Giuseppe Biagi, Gianfranco Ferroni, Bernardino Luino,
Sandro Luporini, Lino Mannocci e Giorgio Tonelli. Gli unici a
conoscersi, fin dagli anni Cinquanta, erano Luporini e Ferroni in
quanto condivisero l'esperienza del realismo esistenziale e della
pittura che celebrava l’impegno civile e il disagio delle classi
sociali che dalle periferie entravano nel nuovo contesto delle città.
Una volta formato l’intero gruppo, i componenti erano soliti
ritrovarsi nel laboratorio sotterraneo di Ferroni a Milano e
l'invenzione del nome “Metacosa” voleva coniugare i sette stili
diversi dei pittori accomunati dall’ossessione per il realismo.
A differenza di qualsiasi altra corrente artistica caratterizzata da
un comune stile pittorico, i rappresentanti della Metacosa avevano
tutti una visione dell’arte differente e un proprio stile personale.
Tuttavia, erano tutti e sette accomunati dall’idea della Metacosa,
ossia dal tormento di guardare la “cosa” come se fosse la prima volta
che la vedevano “vergine e scevra da ogni pre-giudizio”. Gli artisti,
infatti, sentivano la necessità di esprimere attraverso la pittura la
loro insoddisfazione e trovarono la loro formula espressiva nella
Metafisica. È infatti questa la radice da cui deriva il nome
“Metacosa.”
Le loro opere si contrapponevano nettamente a quelle dell’astrattismo,
tant’è che la protagonista di ogni dipinto era la “cosa”,
rappresentata da ciascun autore nella maniera più reale possibile,
secondo le sue regolari dimensioni e sembianze. Gli artisti erano come
ossessionati dal desiderio di ritrarre il vero, ma ciascuno lo faceva
con un proprio stile personale, diverso da quello dei compagni. Eppure
il significato di ogni immagine andava ben oltre l’apparenza della
“cosa”, che era nelle opere della Metacosa l’oggetto-soggetto, la vera
novità di questa pittura. Vediamo ritratte, quindi, immagini tipiche
della quotidianità: una finestra, l’angolo di una stanza, le
piastrelle di un pavimento, uno studio vuoto, una parete con l’alone
più chiaro di un quadro che è stato rimosso, una tenda, un quadro nel
quadro, un lenzuolo stropicciato, e così via.
Ciascun autore si concentrava infatti su un tema diverso. Bartolini
approfondiva panorami mescolati a squarci di natura e passi di
architettura di periferia, come stazioni ferroviarie e gasometri.
Ferroni dipingeva, invece, il perimetro del suo studio, mentre Luino,
accanto al suo letto, lavorava sui giochi di luce che riflettevano
nella stanza. Per Luporini l’oggetto-soggetto era la finestra e,
mentre dipingeva, intraprendeva la sua carriera di paroliere. Mannocci
era l’autore dei quadri nei quadri: amava complicare la “cosa”
incorniciandola all’interno di riquadri e cornici posizionate in un
ambiente. Infine, Tonelli, concentrato sui paesaggi urbani di Londra,
e Biagi, il più surrealista del gruppo.
“Metacosa” fu il nome che gli artisti diedero alla loro prima mostra
alla Galleria dell’Incisione di Brescia nel 1979 e solo
successivamente lo attribuirono al movimento artistico. In occasione
della mostra di Brescia ebbero l’opportunità di diventare celebri nel
grande pubblico, tant’è che ne seguirono diverse altre in tutta
Italia. A Bergamo presentarono le loro opere nel gennaio del 1980
all’associazione “Il conventino” e vi tornarono quattro anni dopo al
Teatro Sociale, dove furono Roberto Tassi e Marco Rosci a curarne la
mostra. Lo stesso Roberto Tassi curò La Metacosa nel 1983 a Palazzo
Paolina di Viareggio, mentre nel 2004 allo Spazio Oberdan di Milano
prese luogo la “Fenomelogia della Metacosa” a cura di Philippe
Daverio.
A differenza della Metafisica, dove la cosa è pressoché assente, nella
Metacosa la raffigurazione dell’oggetto rappresenta per i sette
artisti un impegno sociale. Furono Luporini e Ferroni a partecipare,
all’inizio degli anni Sessanta, alla “Scuola di Milano” dove ambivano
a mantenere vivo l’interesse verso la corrente pittorica.
Tuttavia, però, il movimento artistico della Metacosa ebbe una vita
breve nella storia dell’arte, probabilmente perché gli artisti
rimasero incompresi. Non fu mai sopita, ma certamente venne offuscata
da altre linee artistische di maggiore interesse.
La Galleria Ceribelli di Bergamo vuole celebrare la Metacosa e i sette
artisti che l’hanno fondata. Fino al 16 gennaio 2021, sono esposte sia
opere della Metacosa risalenti agli anni Settanta-Ottanta, sia opere
frutto degli anni lavorativi più recenti. L’obiettivo di Arialdo
Ceribelli, gallerista e curatore della mostra, è quello di mostrare il
cambiamento dei dipinti nel corso degli anni e, allo stesso tempo, di
rendere visibile l’influenza che possono essersi scambiati gli
artisti.
Il catalogo che è stato realizzato in occasione della mostra de La
Metacosa, che ha schiuso le sue porte a dicembre 2019, contiene le
critiche artistiche di Roberto Cresti, Lorenzo Fiorucci, Chiara Gatti,
Giacomo Giossi, Nadia Marchioni, Luca Pietro Nicoletti, Vittorio
Sgarbi, Nico Stringa e Andrea Zucchinali.
Un punto di riferimento nel panorama artistico e culturale a Bergamo,
in Italia e a livello internazionale, Galleria Ceribelli si è distinta
negli anni per mostre e pubblicazioni di alto valore. Fin dalla sua
nascita, l’obiettivo della Galleria è stato quello di affiancare le
opere antiche e contemporanee dei grandi maestri, alle nuove proposte
di giovani meritevoli. Il fondatore è Arialdo Ceribelli, studioso,
collezionista ed esperto conoscitore della grafica originale e
dell'arte figurativa del Novecento che per oltre vent’anni, dal 1965
al 1990, fu il responsabile delle ricerche iconografiche della storica
casa editrice Minerva Italica, per poi avviare una propria attività
come curatore di mostre e di cataloghi ragionati di grandi incisori
antichi e moderni.
Galleria Ceribelli ospita ogni anno numerose mostre che celebrano sia
i giovani talenti che i grandi artisti. Tra le opere presenti negli
spazi espositivi, troviamo quelle di Giuseppe e Aurelio Bartolini,
Giuseppe Biagi, Chiara Briganti, Umberto Carrara, Paolo Delle Monache,
Mario Dondero, Luke Elwes, Marilù Eustachio, Monica Ferrando, Franz
Furrer, Giuliano Giuliani, Graziano Gregori, Irene Guston, Alex
Lowery, Bernardino Luino, Lino Mannocci, Claudia Marchetti, Pepi
Merisio, Andrea Micheli, Francesco Parimbelli, Tullio Pericoli,
Antonietta Raphaël, Francesco Tabusso e Theo Volpatti.
Galleria Ceribelli
è aperta dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle
19.30, mentre la domenica e il lunedì su appuntamento.
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